Indicazioni
Nuovi studi nell’ambito della biologia circadiana hanno dimostrato che un sano ritmo circadiano e, in particolare, un livello di melatonina adeguato possono avere un impatto positivo sulla salute. Negli ultimi 20 anni numerosi studi clinici hanno sperimentato e provato l’utilizzo terapeutico della melatonina in diversi campi medici: ne è emerso che l’impiego di questo ormone può essere un trattamento efficace per numerose malattie. Nel futuro si prevede di approfondire ulteriormente la ricerca circa le varie possibilità di utilizzo della melatonina, con particolare riferimento all’interazione con altre cure, sia con lo scopo di aumentarne l’efficacia terapeutica che con lo scopo di ridurne la tossicità. In questo modo, la melatonina può essere impiegata sia come sostanza attiva che come indicatore temporale per favorire la regolarità del ritmo circadiano.
La melatonina prodotta dalle cellule enterocromaffini (cellule neuroendocrine presenti nel tessuto epiteliale del tratto intestinale) dell’apparato digerente è 400 volte superiore alla melatonina prodotta dalla ghiandola pineale. Tuttavia, la maggior parte della melatonina prodotta qui non viene rilasciata nel sangue, bensì viene sfruttata direttamente dall’apparato digerente.
Sebbene le funzioni che svolge la melatonina all’interno dell’apparato digerente non siano ancora ben note, va detto che la sua presenza protegge l’epitelio dello stomaco contro lo sviluppo di ulcere, grazie alle sue proprietà antiossidanti. Il ruolo dei meccanismi dell’effetto veicolato dai recettori è tutt’ora oggetto di studi approfonditi.
Malattia da reflusso gastroesofageo
Molti ormoni legati alle abitudini alimentari ed alla digestione, come la grelina, l’insulina e la leptina, vengono regolarmente rilasciati in orari molto precisi ed in maniera ciclica nell’arco delle 24 ore. Se l’organismo si trova al buio per un periodo di tempo più lungo, i cicli di questi ormoni vengono interrotti. Anziché rilasciare ormoni con un ritmo ciclico, per esempio mentre una persona è sveglia e deve mangiare, gli ormoni vengono rilasciati a caso. Questi ormoni possono essere nocivi se non è presente del cibo nel tratto digestivo, in quanto stimolano la produzione dei succhi gastrici. Se ne deduce che questa può essere la causa prima di molte malattie dell’apparato digerente e di disturbi alimentari.
L’irregolarità ormonale e, congiuntamente, il mutamento dei cicli di attività autonome possono provocare un blocco digestivo. Nel caso della malattia da reflusso gastroesofageo, nella quale un aumento inappropriato di succo gastrico viene spinto dentro l’esofago, la melatonina può effettivamente ridurre il danno alla mucosa causato dall’ossidazione del DNA. Oltretutto, questo ormone può proteggere il rivestimento dello stomaco contro agenti pericolosi per la salute, come i salicilati (presenti nel cibo e nei farmaci antidolorifici), e/o l’helicobacter pylori.
Sindrome dell’intestino irritabile
La sindrome dell’intestino irritabile (IBS) è caratterizzata da un inspiegabile dolore allo stomaco, da gas intestinale associato a cambiamenti dei movimenti intestinali, come la costipazione o la diarrea, nonché da disagi generali. In questo caso, la melatonina può aiutare a regolare la motilità e la sensibilità del tratto digerente. Diversi studi hanno dimostrato che la melatonina ha un effetto positivo nel trattamento della sindrome dell’intestino irritabile, in quanto, per esempio, riduce i dolori allo stomaco e al retto oltre ai disturbi del sonno ad essi associati. Inoltre, nuovi studi hanno dimostrato che l’ormone può avere anche un ruolo determinante sulla salute della flora intestinale e sul suo ritmo circadiano. I batteri del tratto digestivo hanno un proprio ritmo circadiano, che influisce anche sulla nostra funzionalità. Sempre più studi indicano che questi microbi sono estremamente importanti per la salute dell’organismo umano e che anche il più piccolo squilibrio può causare un disordine. È esattamente questo ritmo dei batteri del tratto digestivo ad essere sincronizzato con i processi circadiani dei nostri corpi con l’aiuto della melatonina.
Malattie infiammatorie croniche intestinali
Tra le numerose malattie infiammatorie croniche intestinali vogliamo concentrarci sulla colite ulcerosa (infiammazione cronica del colon) e sulla malattia di Crohn. Diversi studi hanno dimostrato che la melatonina è un importante anti-infiammatorio e che facilita la mobilità del tratto gastrointestinale. Un’integrazione di melatonina potrebbe dunque avere effetti positivi sulle infiammazioni del colon.
Grazie al suo potere antiossidante contro i depositi di colesterolo cattivo, la melatonina può proteggere sia il cuore che i vasi sanguigni. Riduce inoltre i livelli degli ormoni dello stress, abbassa la pressione sanguigna ed influisce positivamente sul sistema cardiovascolare. L’impiego della melatonina può essere utile per ridurre l’ipertrofia ventricolare e riduce la frequenza degli attacchi cardiaci. L’ormone combatte anche i radicali liberi che attaccano il muscolo cardiaco. Dal momento che possiede proprietà antinfiammatorie, la melatonina può essere utilizzata con efficacia nel trattamento dell’arteriosclerosi. Molti studi in vitro hanno dimostrato che la melatonina è un efficace inibitore dell’ossidazione delle LDS (lipoproteine a bassa densità), che è una delle cause principali dello sviluppo dell’arteriosclerosi.
Bluthochdruck
La pressione sanguigna alta è una delle malattie più diffuse nei Paesi occidentali industrializzati. Con l’ipertensione, la pressione nei vasi è aumentata per garantire un flusso sufficiente di sangue attraverso i vasi sanguigni ristretti. La pressione alta, tuttavia, favorisce ulteriormente la restrizione dei vasi sanguigni e/o la rottura di coaguli di sangue preesistenti, causando ictus, attacchi cardiaci ed altre malattie dell’apparato cardiocircolatorio. La melatonina è risultata essere utile nella regolazione della pressione sanguigna. Gli studiosi sono stati in grado di dimostrare che assumendo melatonina per via orale, la pressione del sangue, così come la reattività vascolare possono diminuire. Questo perché la melatonina ha un effetto rilassante sui vasi sanguigni in quanto agisce come potente spazzino dei radicali liberi, che hanno un’influenza negativa sulla pressione sanguigna. Ad oggi, tuttavia, non è ancora ben chiaro il meccanismo grazie al quale la melatonina riesce a regolare la pressione sanguigna.
Ictus e Infarto
Ictus e infarto vengono innescati da un’acuta occlusione dei vasi sanguigni che quindi non riescono ad erogare ossigeno ai tessuti, danneggiandoli. L’obiettivo principale della terapia è quello di ripristinare quanto prima il flusso di sangue e quindi di ossigeno. Nel momento in cui il flusso di ossigeno vitale viene ripristinato, i tessuti ormai danneggiati rischiano di subire ulteriori danni ossidativi a causa del nuovo flusso di ossigeno in arrivo. Per entrare più nello specifico, questi danni secondari possono essere ridotti o addirittura interamente prevenuti con una dose maggiore simultanea di melatonina. Studi preliminari dimostrano che la melatonina può ridurre notevolmente i danni cellulari in queste situazioni.
Il diabete è una malattia molto diffusa che colpisce principalmente gli anziani. Gli scienziati hanno sviluppato il sospetto che una mutazione nel gene del recettore della melatonina MT2 disturba il sincronismo tra l’orologio biologico e il rilascio di insulina. Questo può alterare i valori di zucchero nel sangue e portare quindi al diabete. Circa un terzo degli esseri umani possiede una versione in qualche modo alterata di questo recettore della melatonina, che può trovarsi sulle membrane cellulari delle cellule beta del pancreas. Le cellule beta del pancreas hanno il compito di rilasciare l’insulina. Se la melatonina si lega ai recettori di queste cellule, il suo rilascio viene rallentato. La versione leggermente mutata delle cellule beta, tuttavia, reagisce alla melatonina aumentando il numero di recettori. Questo accresce l’effetto della melatonina sulle cellule, provocando episodi di ipoglicemia ed altre condizioni prediabetiche. Un soggetto con questa mutazione genetica che lavori e mangi di notte quando i livelli di melatonina sono elevati, riporta alti livelli di zucchero nel sangue e quindi rischia maggiormente di sviluppare il diabete ed altre malattie endocrine.
Diversi studi hanno dimostrato che la melatonina può influire sulla secrezione dell’insulina e sull’omeostasi glucidica. Gli esperimenti sulle cellule hanno consentito di scoprire che la melatonina reprime il rilascio di insulina nelle cellule beta del pancreas. Ratti predisposti a sviluppare il diabete di tipo 2 sono stati protetti dall’iperlipidemia e dall’iperglicemia somministrandogli la melatonina. Si è così riscontrato un miglioramento nella resistenza all’insulina e nel metabolismo del glucosio nei topi. Anche uno studio clinico in doppio cieco su 22 donne in post-menopausa ha portato alla scoperta che la melatonina migliora la tolleranza al glucosio e la sensibilità all’insulina nelle donne più anziane. Un altro studio ancora ha rivelato che il potere antiossidante della melatonina migliora l’efficacia degli antidiabetici assunti per via orale. Ricordando che nelle persone anziane il livello di melatonina notturna è particolarmente basso, si può chiaramente dedurre il motivo per cui questi soggetti corrano un rischio maggiore di contrarre il diabete: la melatonina non è più in grado di organizzare il rilascio notturno di insulina.
La fibromialgia è una condizione di dolore cronico che colpisce circa il 4% della popolazione. Uno studio recente ha dimostrato che bassi livelli di melatonina possono contribuire allo sviluppo di questa malattia.
Il termine “fibromialgia” deriva da tre parole: “fibra” che in latino significa “tessuto fibroso”, “myos” che in greco significa “muscolo” e “algos” che significa “dolore”. In realtà, il sintomo principale di questa malattia è il dolore a muscoli, tendini e legamenti. Ma non è l’unico sintomo! Le persone affette da questa malattia spesso subiscono mutazioni che portano il sistema nervoso ad elaborare e trasmettere continuamente impulsi di dolore, anche in assenza di stimoli. Altri sintomi comprendono affaticamento, depressione e insonnia.
Morbo di Alzheimer
Il morbo di Alzheimer è una malattia neurodegenerativa progressiva che causa perdita di memoria, disturbi del pensiero e del comportamento destinati a peggiorare con il tempo. I pazienti affetti dalla malattia di Alzheimer hanno livelli di melatonina bassissimi rispetto al gruppo di controllo, il che porta a pensare che questo ormone possa contribuire positivamente nel trattamento di questa malattia.
Molti studi clinici si sono concentrati sull’impiego della melatonina e su come può alleviare molti sintomi del morbo di Alzheimer, compresi i disturbi del sonno e i deficit cognitivi. L’NSC (il nucleo soprachiasmatico), un’area centrale dell’ipotalamo, determina il ritmo circadiano principalmente stimolando la produzione di melatonina, dalla quale viene a sua volta regolato. Quando, nei malati di Alzheimer, l’NSC è poco incline a reagire agli stimoli luminosi, può essere d’aiuto una somministrazione di melatonina. In uno studio condotto nel 2012, la melatonina fu abbinata al movimento fisico. Questo trattamento ridusse i deficit cognitivi e lo stress ossidativo nel cervello, entrambi fattori che favoriscono lo sviluppo della malattia di Alzheimer.
I pazienti ricoverati in Istituti specializzati nella cura della malattia di Alzheimer vengono sottoposti ad un’altra terapia, che prevede la combinazione di luce intensa al mattino con la somministrazione di melatonina alla sera. Ne risulta un miglioramento durante le ore di veglia e di attività dei pazienti.
Molti ricercatori hanno segnalato che anche la musicoterapia, anch’essa impiegata nella cura della malattia di Alzheimer, porta ad un aumento della secrezione di melatonina.
Morbo di Parkinson
Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa molto diffusa e incurabile. La malattia di Parkinson è provocata da una degenerazione di determinati neuroni nel cervello che perdono la loro capacità di produrre dopamina, un neurotrasmettitore che supporta le funzioni cognitive, il controllo emotivo, la coordinazione motoria e numerose altre funzioni importanti. I primi sintomi cominciano a manifestarsi lentamente, anni prima che i sintomi motori diventino evidenti e quindi diagnosticabili. Solitamente comprendono disturbi del sonno e la perdita dell’olfatto (anosmia). Nonostante la malattia di Parkinson sia principalmente connessa con il blocco di dopamina nel cervello, anche la melatonina sembra avere un ruolo specifico. Questo spiegherebbe il motivo per cui diversi disturbi del sonno vengono associati a questa malattia. Con il progredire della malattia di Parkinson, i recettori della melatonina nel cervello diminuiscono. Una somministrazione puntuale di melatonina può aiutare i pazienti affetti dal morbo di Parkinson a dormire bene ed a proteggere il proprio cervello da ulteriori cambiamenti degenerativi. Numerosi studi suggeriscono che la stabilizzazione dei cicli del sonno per mezzo dell’assunzione di melatonina dovrebbe essere una componente imprescindibile nel trattamento di questa malattia.
I pazienti affetti dal morbo di Parkinson che assumono melatonina accusano sintomi minori e più lievi rispetto ai pazienti non sottoposti a questa terapia. Per molti anni si è creduto che questo sollievo dipendesse dal fatto che un buon sonno fosse per sua natura rigenerante, ma oggi sappiamo che la melatonina non è solo un ormone che concilia il sonno, bensì anche una sostanza neuro-protettiva che, oltre a favorire la rigenerazione delle cellule nervose nel cervello e nel midollo osseo, ha anche la capacità di interrompere o ridurre i danni. Sebbene questo non sia stato studiato approfonditamente, si ha ragione di credere che le capacità neuro-protettive della melatonina possono rallentare l’avanzamento della malattia di Parkinson, specialmente grazie alla riduzione di quei danni neurologici che provocano la perdita progressiva delle funzioni neuromuscolari.
Epilepssia
L’epilessia è una rottura dell’attività elettrica delle cellule nervose cerebrali che provoca, in chi ne soffre, attacchi e/o temporanea perdita dei sensi. Altre forme di epilessia e attacchi sono causati dallo stress ossidativo e dai radicali liberi. Uno studio recente ha scoperto che esiste una connessione tra i disturbi del sonno e l’epilessia, il che conferma, ancora una volta, che il ritmo circadiano può influire sul verificarsi di una crisi. Anni fa, i ricercatori scoprirono che questi attacchi spesso seguono un ritmo di 24 ore. Questo significa che si verificano tutti i giorni alla medesima ora. Gli scienziati credono che questo possa essere in parte attribuito al ritmo circadiano del nostro cervello.
Diversi studi sui bambini hanno dimostrato che somministrando melatonina si riusciva a ridurre la gravità degli attacchi epilettici. Considerate le sue proprietà antiossidanti sul sistema nervoso centrale, questo ormone è in grado di agire quale neuroprotettore contro lo stress ossidativo, normalmente riscontrato nei pazienti epilettici. Oltretutto, è stata documentata la presenza di recettori specifici della melatonina all’interno della corteccia cerebrale. Stimolando questi recettori con la melatonina, si è riusciti a stroncare un attacco epilettico sul nascere. Se ne deduce che la melatonina abbia un impatto positivo attraverso diversi meccanismi d’azione su numerose forme di epilessia.
Deficit di attenzione / Iperattività
I disturbi del sonno sono molto comuni tra i bambini che soffrono di deficit di attenzione ed iperattività (ADHD, dall’inglese Attention Deficit / Hyperactivity Disorder). Uno studio attuale sta analizzando gli effetti di una terapia prolungata di melatonina e la sua efficacia sui bambini affetti da ADHD. Secondo quanto dichiarato dai genitori, l’88% dei bambini sottoposti a terapia ha riportato un miglioramento dei disturbi del sonno. Il 71%, poi, ha riportato un miglioramento nella sfera comportamentale ed il 61% un miglioramento nell’umore.
Schizofrenia
La schizofrenia è un altro disagio neuropsichiatrico che è stato associato a ritmi circadiani sregolati e a livelli di melatonina ridotti. Per via di queste anomalie, si crede che la melatonina possa contribuire favorevolmente nella cura di questa malattia. Si è scoperto anche che la melatonina aumenta l’efficacia dei farmaci antipsicotici, mentre ne può attenuare gli effetti collaterali. Uno studio condotto su pazienti affetti da schizofrenia ha previsto l’impiego di melatonina associato ai comuni farmaci antipsicotici. Allo stesso studio ha partecipato un secondo gruppo di pazienti ai quali veniva somministrata la medesima terapia antipsicotica, ma associata ad un farmaco placebo al posto della melatonina. Nei pazienti del gruppo al quale è stata somministrata la melatonina sono comparsi meno effetti collaterali, quali l’aumento di peso e valori più bassi sulla scala di valutazione PANSS, che misura la gravità dei sintomi della schizofrenia.
Depressione
La depressione è una malattia che dovrebbe essere presa molto seriamente anche perché è accompagnata da sintomi quali debolezza, disperazione, pensieri negativi, disturbi del sonno e, nei casi più gravi, anche pensieri suicidi. I sintomi fisici comprendono sonnolenza durante il giorno, insonnia, dolori muscolari, disturbi gastrointestinali, emicrania ed altri disturbi sensoriali non meglio specificati. Chi soffre di depressione manifesta quasi sempre un disagio funzionale nel sistema della serotonina. La serotonina è una delle sostanze messaggere/neurotrasmettitori più importanti nell’organismo umano e viene spesso descritta come l’ormone della felicità, in quanto il benessere emotivo di un individuo è fortemente influenzato dai suoi livelli di serotonina. La carenza di serotonina, specialmente nel cervello, incupisce il nostro umore e ci pone in un cattivo stato d’animo. Il fatto che la serotonina venga somministrata nelle ore serali per produrre la melatonina durante le ore notturne spiega il motivo per cui anche una carenza di serotonina può provocare insonnia.
Vi sono studi che dimostrano come la melatonina può quantomeno migliorare molti sintomi della depressione, in particolare quelli legati ai disturbi del sonno. Per questo, i pazienti affetti da depressione grave sono stati curati con la melatonina, che ne ha migliorato efficacemente la qualità del sonno. Risultati positivi sono stati riscontrati anche nei pazienti che soffrono di depressione stagionale. Da un altro studio è emerso che trattando i pazienti che soffrono di depressione invernale con un dosaggio lieve di melatonina al pomeriggio, si ottiene una riduzione del livello di depressione. Persino dosi minime di melatonina possono migliorare la sincronizzazione dell’orologio interno e il ritmo biologico del giorno con la variazione della proporzione luce/buio durante i mesi invernali, consentendo uno spiccato miglioramento dell’umore.
Mentre la melatonina viene impiegata da decenni nella cura dell’insonnia e di altri disturbi del sonno, può essere preziosa anche per il trattamento del cancro. Il cancro è per molti versi una questione di tempistiche. Le cellule sane crescono e muoiono a causa di processi estremamente regolati, predeterminati dai geni del nostro orologio biologico. Quando questi geni mostrano una qualche mutazione oppure non funzionano correttamente, allora le cellule possono iniziare a crescere incontrollabilmente e ad uccidere altre cellule sane che si trovano nelle vicinanze.
Nuovi studi suggeriscono che la melatonina inibisce la crescita dei tumori e, nello stesso tempo, riduce gli effetti collaterali di altre terapie contro il cancro. Per essere più chiari, chi non è in grado di dormire di notte corre un rischio maggiore di contrarre il cancro, motivo per cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha classificato il lavoro su turni tra le possibili cause del cancro (è cancerogeno!).
Sebbene la relazione tra un ritmo circadiano interrotto e lo sviluppo di un cancro sia palese, il meccanismo per cui il rischio tumorale è più elevato è stato compreso solo da poco tempo. Una nuova meta-analisi di studi cronobiologici suggerisce che la melatonina attacca il cancro alla base interrompendo i processi biochimici sfruttati dai tumori per la propria crescita. La melatonina può prevenire la proliferazione di cellule cancerogene causandone l’apoptosi (morte cellulare programmata) e bloccando la fornitura di sangue ai tumori. È altrettanto noto che questo ormone agisce come sostanza antiossidante, migliorando il sistema immunitario che a sua volta ostacola lo sviluppo del cancro. Infine, la carenza di melatonina può favorire l’aumento dei livelli di citochine (molecole naturali correlate allo sviluppo del cancro).
Dopo aver somministrato melatonina ad animali da laboratorio ammalati di cancro, si è notato un rallentamento significativo nella crescita del tumore. Diversi studi hanno anche dimostrato che pazienti umani malati di cancro sopportano più facilmente altre terapie quando assumono parallelamente un integratore di melatonina. Nel prossimo futuro questo ormone miracoloso potrebbe diventare parte della terapia standard contro il cancro.
La melatonina può essere inoltre considerata utile contro diversi tipi di mal di testa ed emicranie. Alcune proprietà della melatonina che contribuiscono a combattere il mal di testa: potere anti infiammatorio, capacità di inibire l’eccessivo rilascio di dopamina, stabilizzazione delle membrane ed aumento del GABA (il più importante neurotrasmettitore del cervello). Offre, inoltre, protezione contro i radicali liberi.
Secondo alcuni studi, questo ormone può addirittura prevenire l’emicrania. Il meccanismo esatto per cui questo avviene, a tutt’oggi non è noto, ma esistono molti collegamenti tra il ritmo circadiano e questa tipologia di mal di testa. Molte persone che soffrono di emicrania, dichiarano che il dolore si manifesta tutti i giorni alla stessa ora e dunque possiamo dedurre che i componenti circadiani giochino un ruolo di primo piano in questa patologia. Vi è poi un particolare gene correlato ai disturbi del ritmo circadiano che può ugualmente risultare essere una delle cause principali per questo tipo di mal di testa. Assumendo la melatonina, quindi, si prenderebbero due piccioni con una fava: si sconfiggerebbe l’emicrania oltre a favorire un ciclo sonno-veglia sano. Con la melatonina si possono inoltre ottenere miglioramenti nella cura della cefalea a grappolo e dei mal di testa lancinanti idiopatici (di origine ignota). La cefalea a grappolo è caratterizzata da forti mal di testa localizzati su un solo lato del cranio. Altre manifestazioni di questa patologia sono lacrimazione e rinorrea. La carenza di melatonina può provocare attacchi di dolore durante la notte o persino durante il giorno. Integrando la melatonina, alcuni pazienti hanno visto ridurre significativamente la frequenza dei mal di testa. La melatonina si è dunque rivelata più efficace rispetto ad altri anti dolorifici specifici per i mal di testa lancinanti idiopatici (dolore lancinante che si manifesta per causa ignota e che persiste per diversi secondi), oltre ad aver provocato meno effetti collaterali..
La melatonina non viene prodotta solo nella ghiandola pineale, bensì anche nella retina. Questo ormone, che cala con l’avanzare dell’età, è responsabile del controllo della pigmentazione degli occhi. Tra le altre cose, aiuta a regolare il quantitativo di luce che raggiunge i fotorecettori dell’occhio. L’epitelio pigmentato retinico (strato esterno della retina) viene anche protetto in modo indipendente dai danni ossidativi.
Degenerazione maculare
Questa malattia degli occhi, che distrugge la parte centrale della retina, ossia la parte più importante, è tra le cause più comuni della cecità in età adulta. Secondo gli studiosi, l’impiego di melatonina può ritardare il progredire di questa malattia, proteggendo la retina. Se, in questo caso, il ruolo della melatonina sia quello dello spazzino di radicali liberi oppure se il suo impatto dipenda dai suoi recettori, non è ancora del tutto chiaro e rimane oggetto di studio.Degenerazione maculare.
Glaucoma
I glaucomi sono un gruppo molto diversificato di malattie degli occhi che possono portare alla perdita delle fibre nervose ottiche. La causa principale di questa malattia è la pressione oculare elevata, che è spesso correlata alla pressione bassa nei vasi sanguigni che forniscono la retina. Negli stadi più avanzati della malattia, si può verificare l’erosione della pupilla, con danni iniziali sui nervi esterni della retina, seguiti gradualmente dai nervi interni. Ne conseguono deficit del campo visivo dall’esterno verso l’interno, che porta progressivamente alla totale cecità. I ricercatori hanno scoperto che lo stress ossidativo nel glaucoma può contribuire alla perdita dei fotorecettori. In tal caso, la melatonina può essere efficace in quanto riduce la pressione oculare, oltre a proteggere i fotorecettori dai radicali liberi.
La produzione di ovuli sani è il primo passo per il concepimento ed una gravidanza sana.
Uno studio pubblicato di recente dall’Università del Texas suggerisce che livelli adeguati di melatonina sono indispensabili per la fertilità. Come ogni altra cellula del nostro organismo, gli ovuli sono sensibili all’azione dei radicali liberi, che possono causare danni al DNA. In questo senso, la melatonina agisce in qualità di antiossidante all’interno delle ovaie, eliminando i radicali liberi e prevenendo eventuali danni cellulari. Un ulteriore studio sulla Cronobiologia pubblicato dal Journal of Medicine and Life ha riportato che la melatonina ha un’importanza rilevante per lo sviluppo embrionale e fetale. I livelli di melatonina aumentano in modo costante durante tutta la gravidanza. Dal momento che questo ormone viene trasportato dentro la placenta senza subire alterazioni, si trova anche nel liquido amniotico e nel feto che si sta sviluppando. I recettori della melatonina sono presenti nel cervello del feto molto tempo prima che si sia completamente formato.
La melatonina fornita dalla madre ha diverse funzioni per il feto. Per esempio, trasmette informazioni sui cicli di luce e buio al cervello del feto, consentendogli di impostare il proprio ritmo circadiano. Dall’altro lato si presume anche che la melatonina giochi un ruolo importante nell’attivazione di determinati geni importanti per uno sviluppo corretto a partire dal concepimento fino al parto. Per questo motivo, numerosi scienziati raccomandano la somministrazione di melatonina durante la gravidanza, specialmente quando si manifestano disturbi del sonno, in quanto sono stati rilevati solo effetti positivi per il bambino.
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